Montag, 12. November 2007
Strategie di autoconservazione del capitalismo: i valori e il calcolo della probabilità
Più sono le persone che credono al potenziale della propria individualità, più probabilità ha il sistema che almeno 1 o 2 di queste contribuiscano in maniera altamente efficace alla propria perpetuazione e alla conferma della propria legittimità. Le individualità vengono comunque strumentalizzate, anche quelle che “degenerano” e si accaniscono contro il proprio artefice (il sistema naturalmente) vengono deglutite, attaccate da potenti enzimi, rese inermi, diventando talvolta utile nutrimento. Democrazia e capitalismo sono i migliori alleati. Uguaglianza, diritti del singolo, individualismo, libertà sono il nostro pane. E noi siamo il loro. Tutti dobbiamo credere in noi stessi, tutti dobbiamo essere convinti di poter sfondare, non importa in che campo o quale sia il nostro obiettivo. Tutti dobbiamo credere di avere qualcosa di particolare, di speciale, e alimentare la convinzione di essere migliori di altri. Tutti dobbiamo sentire la concorrenza, il confronto con altri. Nello spazio pubblico si può ostentare insicurezza (modestia a fine sociale). L’importante è il nostro agire. Tutti dobbiamo partecipare. È vitale per il sistema. È la condizione di possibilità per l’esistenza dell’èlite, lo 0,01% della popolazione (super imprenditori, inventori di nuovi business ecc.) che conferma, perfeziona e rinforza il sistema, migliorandone l'adattabilità e garantendone dunque la perpetuazione. Il restante 99,9% è costituito da intellettuali che hanno venduto le loro competenze al sistema (per esempio psicologi che lavorano nel settore della ricerca di mercato), da sostenitori standard (passivi, consumatori) o da chi lotta inutilmente contro il sistema. Questi hanno accettato a priori la possibilità del fallimento della loro lotta. Le modalità del piano B (rassegnazione, adattamento, fuga) fanno parte da sempre del programma educativo, assieme all’ambizione e al dogma dell’individualismo.
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